Campo estivo Togo 2019 – Yokélé

Agosto 2019
di Carola

Quando ho deciso di partire per il Togo onestamente non sapevo esattamente che cosa stessi cercando. Mi ricordo uno dei primi incontri di formazione in cui era venuta fuori la domanda e io imbarazzatissima ero riuscita a spiccicare solo due parole confuse. Ora incorro nel problema opposto, ovvero la difficoltà di spiegare cosa questa esperienza così totalizzante ed elettrica mi abbia lasciato.

Sono partita senza aspettative, solo con una grande curiosità, tanta voglia di mettermi in gioco e un immancabile spazzolino da denti. Sono tornata con un bagaglio di emozioni, il mio spazzolino e la gioia di essermi ritrovata libera e pienamente me stessa. Libera non perché non avessimo una routine o molti impegni: ogni giornata è più intensa delle precedenti, scandita dal rituale di preparazione collettiva dei pasti e di tragitto alla fontana per prendere l’acqua, ricca di emozioni, esperienze, scoperte, impegno e stanchezza.

A chi mi chiedeva di raccontare qualcosa sulla mia esperienza spesso mi capitava di dire “in Togo non si è mai stanchi, ma si dorme bene”. Avete presente quando si va a camminare in montagna e si arriva la sera cotti dal sole, con le gambe stanche e gli occhi che si chiudono da soli? Ecco, questo è il tipo di stanchezza di cui parlo. Quella stanchezza sana, fiera di esserti messo in gioco e aver messo il tuo in qualcosa, di aver sorriso, scherzato, giocato come un bambino e visto il mondo con occhi diversi. Di esserti lasciato scuotere da emozioni nuove e invadenti, che ti fanno sentire vivo. Quella stanchezza che ti regala quel sonno profondo e sereno, ma che ti fa alzare pimpante il giorno dopo super eccitato al pensiero di una nuova giornata da vivere.

Allo stesso tempo però non si è mai davvero stanchi: ogni momento vissuto è elettrico, pieno di gioia ed energia. L’energia che scorreva nel Gruppo è una delle cose più belle. Con i nostri compagni di viaggio, italiani e togolesi, abbiamo condiviso chiacchiere, risate, balli, discorsi surreali e discorsi seri, pettegolezzi, denti lavati e pasti con le mani. In poco tempo siamo diventati davvero un Gruppo, in cui sentirsi accolti, al sicuro e in cui trovare sempre qualcuno vicino con cui condividere una risata o una riflessione più seria. Noi avevamo un nostro rito: quando vedevamo qualcuno stanco o giù di tono ci prendevamo per mano, chiudevamo gli occhi e concentravamo nelle mani la nostra energia, in modo da passarla all’altro. Sembrerà folle ma era davvero mentalmente rigenerante!

Quindi sì, abbiamo dormito come bambini ma non eravamo mai stanchi di vivere ogni istante!
Mi sento di aver ritrovato in me una gioia che a volte la routine di ogni giorno schiaccia un po’ giù, gioia che mi sentivo sgorgare da dentro e che ancora oggi mi sento di voler e dover tirar fuori, nonostante le fatiche, grandi o piccole che siano, di ogni giorno.

Concludo lasciando un’immagine che credo porterò sempre nel cuore: era l’ultimo giorno a Yokélé in cui il gruppo di teatro doveva mettere in scena lo spettacolo preparato nelle settimane precedenti. Mi ricordo questa strada piena di bambini con indosso le maschere che avevamo preparato insieme, i colori sgargianti, i sorrisi, la musica, il ritmo, i canti e questa folla danzante che correva per le strade del villaggio inondando ogni cosa intorno di energia. Ho pianto di gioia e ancora oggi, quando ripenso all’Africa, questo fotogramma mi scorre nitidamente davanti agli occhi e mi fa emozionare. Partageons la joie!