Campo Estivo Togo – Yokelè

Estate 2017
“L’Africa ti apre il cuore, la mente, ti dona occhi diversi”
di Valentina

Quando ripenso a quello che ho vissuto, spesso penso di non trovare mai le parole giuste. Ho come l’impressione che agli occhi degli altri possa sembrare esagerato, che possa non risultare reale.
Vorrei davvero essere in grado di trasmettere quello che ho dentro, vorrei che tutti potessero provarlo, ma per quanto possa sembrare eccessivo, è tutto meravigliosamente vero.
Spesso mi chiedono: “com’è stato?”
Mi si illuminano gli occhi e riesco solo a dire: “magnifico”. Ma magnifico perché quando torni a casa i tuoi occhi vedono il bello di tutto, vedono ancora più amore di quanto non vedessero prima.
Quando mi chiedono di raccontare, mi piace raccontare le emozioni, perché alla fine, sono quelle che rimangono, sono quelle che ti permettono di sentire tutto davvero.
Vorrei provare a raccontare le mie emozioni dal primo giorno, vorrei provare a portarvi con me nel mio viaggio che ancora oggi, qui a Milano, continua…
Esci dall’aeroporto: la prima cosa che noti è l’odore, un odore forte, diverso dal nostro e subito senti che è tutto diverso. Tutto, o forse non molto.
Ti accolgono persone con un sorriso forse mai visto, persone che ti prendono la valigia, la caricano e ti portano verso la sede dell’associazione. Il tutto con una gioia ed una felicità nel vederti (tu, che per loro dovresti essere uno sconosciuto) che quasi ti lascia un po’ spaesato.
Da lì non smettono di trattarti come un re…
Le sensazioni dopo? Gioia, musica, sorrisi. Ballano tantissimo, ridono sempre e tu non puoi fare altro che sentirti contagiato da tutto ciò.
Il giorno dopo arriviamo in villaggio. La gente esce di casa per salutarci, escono dalle loro porte gridando “Yovo” che significa “bianco”.
Escono sorridendo, i bambini saltano e ti vengono incontro con una felicità pura che veramente, credetemi, quasi neanche le persone più care a voi possono esprimere così.
Passi per le strade e ti senti quasi più importante del Papa hahahaha
Ci sono dei lati meno belli? Beh, sì.
Arrivi in una realtà diversa, molto diversa da quella a cui sei abituato. E abituarsi, inizialmente, può non essere la cosa più facile del mondo…
Io, personalmente, il primo giorno ho sentito la fatica. Ho avuto paura di non riuscire.
Sono molto emotiva di mio, lì tutto era ancora più amplificato e sono stata sopraffatta dalle emozioni. Tutte insieme, belle e alcune anche più brutte. Ammetto: c’è stato un momento in cui ho contato quanti giorni mancassero al mio ritorno. Volevo a tutti i costi cercare quello che tutti dicevano, quella cosa grande che tutti dicevano ti lasciasse quest’esperienza: ne avevo bisogno perchè pensavo che altrimenti non sarei riuscita a continuare.
La prima sera ho faticato a dormire, io con le mie fobie degli insetti: ero ferma immobile sul mio materassino con l’ansia che se mi fossi mossa e avessi per sbaglio spostato la zanzariera che mi ricopriva sarei stata sommersa dagli insetti.
Il giorno dopo, nonostante avessi dormito poche ore, mi sono svegliata carica. E mi dicevo: “cavolo, se capitasse anche a Milano sarei Wonder Woman” e invece se non dormo 8 ore mi sveglio stile zombie.
Da quel momento ho scoperto tutto. Ho smesso di cercare e tutto mi è piombato addosso.
A Milano dormo col cuscino per la cervicale e ho sempre mal di collo: in Togo ho dormito con un cuscino gonfiabile della Decathlon. Mal di collo? Una volta, dopo aver portato acqua, radici e tronchi sulla testa.
A Milano il mal di testa è all’ordine del giorno. In Togo: una volta sola, le emozioni o la stanchezza spesso li sfogo così.
A Milano “maniaca” dell’igiene? In Togo capisci che quando ti sporchi è bello, quando sudi è perché sei stato felice e hai reso felice qualcuno, forse.

Insomma… avete presente quando scoprite che tutte le fisse che avete, in realtà sono solo fisse? Io ho scoperto che posso essere molto meglio di quello che sono sempre stata.

Mi sono sempre adattata, un po’ a tutto nella mia vita, o comunque c’ho sempre provato. Mi piace mettermi alla prova. Ma vivere in un’altra cultura non mi era mai successo. Ma sapete, qual’è stata la cosa più bella? Che arriva un momento in cui ti senti talmente dentro, talmente parte integrante di loro che tutto è spaventosamente bello.

Da qui è stato tutto in discesa, è stato come trovarsi in una caccia al tesoro: mille giochi divertenti ed il premio finale.

I bambini sono qualcosa di meraviglioso: hanno talmente tanta energia che dovrebbero venderla! Sono così puri che dovrebbero rimanere sempre così! Ci venivano a prendere a casa, mentre ancora facevamo colazione, col loro quadernino in mano, la loro penna ed il loro super sorriso come a dirci “dai, è tardi, dobbiamo andare a scuola!”.
Facevamo la strada assieme, sia all’andata che al ritorno, mano nella mano. Cantavamo, sempre. E spesso loro cantavano le canzoncine che gli avevamo insegnato noi: ecco, la prima volta che li ho sentiti il mio cuore si è davvero riempito e ho pensato: “cavolo, qualcosa gli stiamo lasciando davvero!”
In Africa hanno dei tempi molto lunghi, un po’ su tutto,
all’inizio tu, milanese, arrivi lì con tutti i tuoi orari precisi e fitti e ti senti un po’ spaesato… Poi? Beh poi tutti quei tempi lunghi ti aiutano nel viaggio in te stessa. Ti aiutano a capire che è bello sapersi anche solo guardare intorno; è bello scoprire quelle piccole cose che nella vita di tutti i giorni pensi di non aver tempo di scoprire; è bello capire che in realtà è una cavolata, perché il tempo per girarci verso chi abbiamo accanto, per valorizzare dei piccoli momenti, lo abbiamo, basta saperlo trovare.
Lì vivere è la cosa più bella. Le persone sono felici di vivere e te lo trasmettono, cuore a cuore.
Ho imparato che hanno tanto da insegnarci, molto: noi abbiamo case bellissime, super comode, sì, ma loro hanno cose più importanti che pochi hanno ancora. Avete presente cosa vuol dire “essere umani”? Avete presente quella purezza negli occhi nel guardare il mondo senza filtri? Avete presente gli occhi dei bambini, magari anche vostri figli? Beh, loro non li perdono mai e conoscerli, viverli, ti regala un po’ di quei filtri che magari già hai, devi solo saperli sfruttare al massimo.
Ok, sono stata lunga come al solito, ma è un mio difetto in realtà vorrei poter dire ancora mille cose, perché quello che ti lascia non lo si può spiegare in così poco.
Sono tornata a casa con un cuore più grande: l’Africa ti apre il cuore, la mente, ti dona occhi diversi. Quando torni a casa vedi tante cose sotto un’ottica diversa.
Partite, lasciatevi amare, lasciatevi toccare come poche volte nella vita.

Spero che il mio viaggio nelle emozioni vi abbia portati un po’ con me, nella meraviglia di questo Paese e di queste persone.